TIPOPILS

Lei conosce lui
ed è subito cuore.
Al suo primo bacio,
la clessidra è sottosopra.
Ma TIPOPILS
gemella tutti nel gusto.
Cheers!

Tina

Aprì la porta d’ingresso e la cameriera frettolosamente entrò in cucina nello stesso istante in cui il gatto dalla finestra con un balzo atterrava sul pavimento di marmo nero.
«Silvestrooo!
Era arrivata tardi sul luogo di lavoro, ora altro intoppo, pulire il pavimento. La colazione, doveva preparare la colazione prima che …
«Buongiorno Tina»
disse Gabriella seguita dalle sue bimbe.
«Oh buongiorno, mi scusi per l’ora».
Non provò neppure ad inventare una scusa, era troppo mortificata.
«La colazione non è ancora pronta …»
Le bimbe si sedettero al tavolo. Gabriella fece finta di nulla e mentre l’aiutava nei preparativi, chiese
«Com’è andata la serata con Riccardo»?
Il viso della ragazza illuminò la stanza, era felice di parlare con Gabriella del suo ragazzo. Confidarsi con qualcuno che sapesse cos’è l’amore.
Confabularono in modo fitto per qualche minuto, poi entrò il Dott. Gentile e l’argomento si perse nella nebbia di parole di lui e delle bimbe. Il papà baciò le figlie e la moglie. Tina vedendo quella dolce scena famigliare era tornata a fantasticare, chiedendosi se anche con Riccardo un giorno …
«Buongiorno Tina».
Il saluto del notaio la riportò al presente. Dopo colazione Gabriella lasciò giocare le bimbe con Tina alla vestizione, mentre lei si preparava ad uscire. Le bimbe erano felici di cambiarsi d’abito in continuazione finché la loro grande amica diceva
«Pronte»!
A quel punto le bimbe si fermavano e ciò che indossavano in quel momento diveniva il vestito del giorno. Quest’escamotage rendeva gradevole e veloce il cambio d’abito ai bimbi. Ada, un’amica di Tina, aveva raccontato che funzionava sempre, lei aveva fatto la baby-sitter ad una famiglia con figli viziati e capricciosi. Soprattutto nel vestirsi ostacolavano ogni desiderio dei genitori. Allora s’era inventata questo gioco della vestizione.
Cinque abiti sparsi sul letto, sulle sedie, ovunque. Ognuno dei capi era stato adeguatamente concordato coi genitori. Dei cinque abiti tre erano i preferiti dai bimbi, ovviamente quelli fuori stagione! Ada iniziava una conta mentre i bimbi si vestivano e poi si cambiavano, per poi rivestirsi di nuovo.
Quello che pareva una perdita di tempo aveva invece una doppia valenza. Si stancavano e quindi erano più pronti ad accettare l’abito che vestivano in quel momento e poi era sempre Ada a decidere quale fosse il vestito adeguato. Alla parola
«Pronti!» accettavano il verdetto.
A conti fatti si perdeva meno tempo che a convincerli sgridandoli.
Alle 10:00, Gabriella, Agnese e Adele erano pronte e vestite di tutto punto. Nonni e negozi attendevano la loro visita. Tina e Silvestro nel frattempo si sarebbero fatti compagnia nell’attesa del rientro del Dott. Gentile. Gabriella si sarebbe fermata a pranzo dai nonni con le bimbe.
Tina sistemò le ultime faccende domestiche e poi preparò qualcosa per l’ora di pranzo. Ebbe tutto il tempo di pensare al suo Riccardo, era con suo nonno e non voleva disturbarlo. Quindi inviò solo un messaggio di tre lettere
«TVB»
Lui rispose »Bacio».
Era felice, in serata avrebbe cucinato per lui. Aveva chiesto una serata libera per preparargli il suo piatto forte, Timballo di ravioli. Alle 15:30 squillò il telefono.
«Ciao miele».
«Ciaooo, tutto bene? Tuo nonno? Ha vinto? Bello dai, stasera festeggiamo anche per lui».

Lei fece il report della mattina appena trascorsa e lui raccontò la vittoria del nonno ed il pranzo al circolino con gli amici del nonno. Riccardo salutò Tina con la promessa di esser puntuale davanti al citofono di casa sua.
Nel frattempo l’auto del notaio sbucò dal viale per poi proseguire fino al box. Silvestro si mosse dal suo angolo di pace ed uscì fuori per salutare il capo carezze nello stesso istante in cui il Dottore sorrise alla ragazza impegnata nelle ultime pulizie.
«Buongiorno, tutto bene»?
»Sì, dottore. La signora Gabriella dovrebbe tornare tra un paio d’ore, intorno alle 18:00».
Tornò alle sue mansioni con la mente che vagava alle prossime ore del giorno. Ripetendo a se stessa
«La serata perfetta con la persona perfetta, Riccardo»! Un mantra di buon auspicio.
Che fortuna averlo conosciuto. Mesi prima aveva risposto ad un annuncio apparso sul giornale.
«Cercasi urgentemente cameriera, full time». Lei aveva risposto per prima. Si presentò all’appuntamento cinque minuti prima dell’ora fissata. Suonò il campanello. Un ragazzo aprì la porta e lo squadrò. Occhi azzurri, pieno di riccioli neri, alto, snello, sui 25 anni. Che bel sorriso!
«Buongiorno sono Tina Odrakir, ho appuntamento con il Dott. Gentile».
Il giovane si chiamava Riccardo e la fece accomodare nel salotto. Quella fu la prima volta che lo vide. Ripensando a quel primo incontro pensava che quando meno te l’aspetti, la vita svolta nella direzione opposta a quella che s’intraprende. Il notaio le venne incontro ed iniziarono a conversare. Per il padrone di casa non ci volle molto a capire che aveva a che fare con una brava ragazza. Il mese prima s’era laureata col massimo dei voti in scienze della comunicazione.
Ora era in stand by, voleva riposarsi per qualche mese. Ad ottobre avrebbe iniziato a lavorare con suo padre, titolare di un’agenzia pubblicitaria. Incapace di starsene tutto il giorno a bighellonare aveva risposto all’annuncio ed ora era lì nel salotto di una splendida villa. Il campanello avvisò che era arrivata la moglie con due bimbe, entrarono nel salotto.
«Ciao sono Gabriella e loro sono Adele e Agnese».
Si piacquero subito e dopo trenta minuti di parole, si strinsero la mano con un «A domani»! Era stata assunta, per i prossimi tre mesi, fino al trenta settembre avrebbe sostituito l’anziana governante che era venuta a mancare proprio in quei giorni. Quando ripensava a quel giorno, sorrideva. Il primo sguardo di Riccardo era stato intenso, ma educato.
Da quel giorno erano trascorsi due mesi, s’erano incontrati altre volte in quella casa e così aveva saputo che la governante deceduta era la nonna di Riccardo. Di giorno in giorno carpiva altre informazioni grazie alla complicità di Gabriella che tifava per loro e per lo sbocciare di qualcosa di più di una simpatia tra giovani. Inevitabile incontrarsi per un caffè, una scusa per raccontarsi, un pranzo e poi il suo bacio la sorprese. Voluto ed atteso … ora era impresso nei suoi ricordi come la cosa più bella accaduta nella sua vita.
Così tenero e sincero quel bacio aveva cambiato tutte le loro priorità. Ora appena era possibile cercava il suo abbraccio, indispensabile come l’aria.
«Driiin»!
La sveglia del suo cellulare suonò alle 18:00, ricordandole che doveva andare a casa a preparare la cena. La prima cena a casa sua con lui!
«Buona serata Dottore e forza Juve!»
Giovanni sorrise salutandola, la vide dileguarsi nel viale. Tina, si diresse subito al supermercato, voleva fargli assaggiare il suo piatto preferito. Acquistati gli ingredienti, proseguì verso casa, verso il suo nido. Aprì la porta si fermò sull’uscio e scansionò con lo sguardo ogni angolo del suo nido.
Alla sua sinistra una cucina essenziale, ma completa di tutto il necessario. Al centro della stanza un tavolo, solitamente chiuso e riposto in un angolo della stanza, era aperto e pronto per ospitare cibi e bevande. Accanto al muro un divano letto fissava l’entrata del monolocale, mentre alla sua destra c’era il bagno, piccolo ma con una grande doccia. Aveva rinunciato agli agi della villa ottocentesca dei suoi genitori per godersi la sua indipendenza.
Un suono e la voce al citofono la risvegliò dai suoi pensieri, rispose
«Chi è?»
Col tono di chi non si aspetta nessuna visita. «Come chi è?»
«Aspettavi altre persone? … oppure ti sei dimenticata della nostra cena?»
Rise di cuore pigiando il tasto d’apertura del portoncino
«Ah ah ah, primo piano sali!»
Il pianerottolo s’illuminò della luce che usciva dalla porta aperta del primo piano. Ora, vicini, i loro sorrisi mutarono in un’unica abbagliante energia.
Abbraccio, bacio e attraversamento della soglia. Riccardo si trovava nel regno di Tina. Osservò la fuga di lei verso il forno per impartire le ultime istruzioni, fu veloce, ruotava la manopola verso la scritta 180 gradi e premeva il bottone. Il tutto in perfetta sincronia con la magia che stava per nascere.
«Tre minuti e la cena è pronta, giusto il tempo per un aperitivo.»
La tavola era coperta da una tovaglia bianca, sul ripiano due bottiglie di birra facevano bella mostra di sé.
«Oh, la Tipopils, la mia preferita!»
Lei sorrise versando la birra, il suono prodotto imitava quello di una cascata, la schiuma saliva fino all’orlo. Presto il palato sarebbe stato premiato da quell’Elisir di lunghe bevute.
La campanella del forno trillò, i due cuori sussultarono. Il timballo di ravioli era il loro ultimo pensiero.

Cheers!

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